Come penso molti di voi sapranno già, ci sono momenti in cui La Strega smette i pregiati panni magici e ne indossa di più seri, per scrivere in via ufficiale, fuori da questo blog.
A dire la verità, non è che io smetta mai di essere Strega; un po’ come quando Superman si traveste da Clark Kent, io mi faccio passare per persona seria e senza grilli per la testa. In questi momenti scrivo per una testata online di arte, cultura e spettacolo grazie alla quale da un paio d’anni ho finalmente avuto la possibilità di tornare a frequentare il teatro. Recensisco spettacoli teatrali, le nuove uscite libresche e le mostre d’arte che si tengono nell’area della mia amata, amatissima Milano, con qualche occasionale trasferta per eventi imperdibili. Vi ricordate la Jerusalem di Parma, vero?
Il teatro, sia che si tratti di pezzi classici che di inediti, è in ogni caso oggetto di gran parte dei miei articoli seri, che pare siano generalmente apprezzati dagli addetti ai lavori, con l’eccezione di qualcuno tra i più pignoli membri della categoria. Capita in effetti che dall’ufficio stampa di certi teatri io riceva delle istruzioni che eufemisticamente e diplomaticamente definirò particolari ancora prima di recarmi a vedere lo spettacolo.
Intendiamoci, non c’è nulla di male nel puntare l’attenzione del giornalista su qualcosa di preciso della produzione del teatro per cui lavori, né nel desiderare che la critica sia il più favorevole possibile (c’è da portare la gente a teatro come si può!), ma a tutto c’è un limite, non credete? Tanto per citare a esempio l’ultima situazione di questo tipo, all’inizio del mese mi è stato gentilmente chiesto di non inserire, nella mia recensione, alcuna rivelazione sul finale (leggasi anche spoiler) di due spettacoli che sarei andata a vedere di lì a giorni. Due spettacoli, dicevo. Una commedia di Shakespeare e un frammento dell’Odissea.
Ora, io non vorrei sembrare insensibile, ma mi pare che le opere del Bardo e di Omero siano ormai da considerarsi senza veli da qualche tempo. Voi che ne dite?
Purtroppo le storie di questi tipo non sono rare. Una volta ho assistito a una discussione in cui una persona accusava un’altra di aver spoilerato la fine di un’opera dedicata alla vita di Cesare Borgia, perché si era detto che Cesare Borgia alla fine sarebbe morto.
Ma giura! Non me lo sarei mai aspettata… XD
Giuro, giuro. Lo shock.
sono dell’idea che tutto ciò che è storia è esente dalla “legge dello spoiler”… e per storia intendo anche la storia della letteratura, quindi di certo Shakespeare e Omero rientrano in questa casistica…
dire che Dante alla fine del suo viaggio giungerà nel Paradiso sarà mica uno spoiler? 😀
Beh, se la regola si applica per Omero… XD
Guarda: sui gruppi FB dei ‘fumettari’ e dei ‘cinefili’ in genere si stabilisce un termine: ad esempio niente spoiler nelle prime due / tre settimane passate dall’uscita, dopodiché si può parlare di ciò che succede senza troppe preoccupazioni… applicando la stessa regola ai tuoi casi, mi pare che dall’uscita dell’Odissea e delle opere di Shakespeare si passato almeno qualche anno… 😀 😀 😀
Eh, direi…
Io li capisco, sono ancora fermo alla terza stagione dell’Odissea perché sto aspettando il doppiaggio italiano!
Lascia perdere, mi dicono che dal greco antico si perdono un sacco di sfumature!