Cominciamo dunque questo Quote Challenge, con tre post che riguarderanno citazioni di poesia, tratte dal mio personalissimo quadernetto delle citazioni (lo dico ancora: se non ne avete uno, rimediate al più presto. Io lo trovo utilissimo).
Siamo nella seconda metà del 1800 e un signore di origine irlandese cominciava così una sua Ode:
In italiano: Noi siamo i creatori della musica, e siamo i sognatori dei sogni.
Arthur O’ Shaughnessy nasce a Londra nel 1844, dove morirà 36 anni dopo, in seguito alla dipartita della moglie e dei suoi due figli ancora in fasce. Nel corso della sua vita ha lavorato al British Museum, nel reparto di Erpetologia (anfibi); la letteratura era il suo vero amore, ma non il modo per portare a casa il pane, anche se era conosciuto nei circoli letterari e artistici del tempo. O’Shaughnessy era anche amico di Dante Gabriel Rossetti, e,

a ben vedere, il lettore appassionato non fa fatica a cogliere nei suoi versi quella grazia particolare propria del movimento preraffaelita.
Ma torniamo ai versi che vi ho riportato qui sopra.
Non sono di una musicalità meravigliosa? E le parole, le parole non sono tremendamente vive, liriche?
Ogni volta che le leggo – che leggo l’intera Ode, che vi consiglio – sprofondo in un’atmosfera fatta a metà di sogno e a metà di realtà, dove i suoni sono ovattati e l’aria e pervasa da una sottile elettricità, forse propria della creazione.
O forse, si tratta della personale musica di O’Shaughnessy. Voi che dite?
Due parole: che meraviglia!
Eh, O’Shaughnessy ha il suo perché!
Ti consiglio di recuperarti l’intera poesia, perché merita!